Tassabilità finanziamento soci e atto enunciato: nota a Sentenza Cass.n.1960 del 18 gennaio 2024

La Cassazione, con sentenza 18 gennaio 2024, n. 1960, sez. V, è nuovamente tornata a pronunciarsi sull’annosa questione circa la tassabilità degli “atti enunciati” (nello specifico del finanziamento soci stipulato verbalmente) in un verbale assembleare relativo all’aumento del capitale sociale di una s.r.l. In particolare, i giudici, riprendendo quanto già statuito dalla SS. UU – sentenza 24 maggio 2023, n. 14432 – hanno escluso l’imponibilità “per la cessazione degli effetti, ai sensi dell’art. 22 comma 2 d.p.r. n. 131/1986”. Infatti, la norma da ultima richiamata prevede esplicitamente che “L'enunciazione di contratti verbali non soggetti a registrazione in termine fisso non dà luogo all'applicazione dell'imposta quando gli effetti delle disposizioni enunciate sono già cessati o cessano in virtù dell'atto che contiene l'enunciazione”. In applicazione di tale principio, gli ermellini hanno stabilito che “in tema di imposta di registro, la delibera assembleare di aumento del capitale sociale, realizzato, come nella presente fattispecie, mediante l’imputazione di un finanziamento del socio, concluso in forma orale con la società, non è assoggettabile all’imposta, anche laddove sia ravvisabile l’enunciazione del precedente finanziamento non registrato, poiché l’ imputazione determina cessazione degli effetti propri del finanziamento, in ragione del predetto utilizzo, integrandosi la causa di non imponibilità di cui all’art. 22, comma 2, del D.P.R. n. 131 del 1986 (Cass., Sez. 5, 8 febbraio 2023, n. 3841).